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12 luglio, protesta dei poliziotti indetta dal Silp Cgil: “Siamo senza risorse e senza organici in tutte le province venete, per il governo i nostri sacrifici valgono 24 euro lordi al mese, meno di mezzo caffè al giorno”

12 luglio, protesta dei poliziotti indetta dal Silp Cgil: “Siamo senza risorse e senza organici in tutte le province venete, per il governo i nostri sacrifici valgono 24 euro lordi al mese, meno di mezzo caffè al giorno”

Le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato aderenti al Silp Cgil attueranno una mobilitazione nazionale mercoledì 12 luglio, per denunciare il dramma di un comparto sicurezza sempre più abbandonato a sé stesso: nessuna assunzione straordinaria per compensare i pensionamenti, stipendi fermi al 2021 (mentre per i dirigenti non è stato mai firmato il primo contratto, che attendono da sei anni), nessuna attenzione per le condizioni di lavoro e il benessere organizzativo delle poliziotte e dei poliziotti, mentre riesplode il fenomeno suicidario, con 10 casi tra i poliziotti sui 23 registrati da inizio anno tra tutto il personale che opera in divisa nel nostro Paese. 

Fabio Malaspina, segretario del Silp Cgil Veneto fa il punto sulla carenza di poliziotti nelle Questure e nelle Specialità di tutte province del Veneto: 

“a Belluno, pur ‘beneficiando’ dell’attenzione riservata a Milano-Cortina 2026, i nuovi agenti arrivati non coprono i pensionamenti. La Questura è suddivisa in ben 5 sedi, con grande spreco di risorse economiche e professionali. La sistemazione della caserma Fantuzzi, di cui si parla da vent’anni, è ancora al di là da venire; 

Rovigo si registrano gravi ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno, in particolare per i documenti che consentono l’accesso al lavoro agli stranieri. Ritardi che, oltre ad incidere sulla vita individuale e familiare, mettono in difficoltà le aziende che hanno estrema necessità di assumere. Tutti gli Uffici sono sottorganico e questo rende difficile trovare anche solo 5/10 persone per i servizi di ordine pubblico; 

Vicenza vive l’emergenza passaporti, condizione nazionale ma particolarmente accentuata nella provincia berica, drenando risorse persino dall’Ufficio Immigrazione che, però, organizza anche 4/5 accompagnamenti di immigrati da espellere alla settimana, con uno sforzo enorme del personale.  Per non parlare del Commissariato di Bassano del Grappa, dove sono mesi che non esce una Volante con continuità. Tutte le risorse, 33 dipendenti compreso il personale tecnico e civile, vengono dirottate prioritariamente al rilascio dei passaporti. L’ufficio, per una città di oltre 42mila abitanti, è gravemente sottodimensionato; 

Treviso, con la fuoriuscita di non meno di 20 poliziotti sia quest’anno che nel 2024, la situazione diventa ogni giorno più difficile. Uffici dove prima si lavorava in 5/6 oggi sono ridotti quando va bene a tre, se non a 2 dipendenti. Questo fa esplodere il ricorso al lavoro straordinario ma, superato un certo limite, il residuo viene pagato anche con uno o due anni di ritardo;

Verona soffre di una carenza di personale ormai strutturale sia in Questura che nelle Specialità. In particolare, la Polfer, sede di Compartimento con competenza sulle province di Verona, Vicenza, Trento e Bolzano, ha numeri estremamente ridotti, con enormi difficoltà a garantire la sicurezza dei viaggiatori lungo alcune delle maggiori tratte ferroviarie del Paese; 

Padova registra fortissime criticità alla Polizia Cibernetica e delle Comunicazioni, l’ex Postale, dove oggi lavorano solamente 6 poliziotti, con oltre 700 fascicoli da trattare che si aggiungono all’attività quotidiana. Il collasso è ormai prossimo. La Stradale riceve rinforzi con il contagocce, che consentono di coprire solo in minima parte il turn over, pur avendo Padova una delle reti autostradali e stradali tra le più estese e impegnative della regione.

anche a Venezia, Questura e Specialità sono sempre più in difficoltà. Ufficio Passaporti in costante affanno, servizi di ordine pubblico pressoché quotidiani, molto spesso di elevato livello di sicurezza, con apparati che impegnano costantemente tutti gli uffici. Una politica delle assunzioni che, accanto alla debolezza numerica, è caratterizzata da criteri di assegnazione per cui ogni nuovo assunto viene inviato in sedi distanti almeno 4/500 chilometri dalla propria residenza. Generando un continuo esodo di agenti verso sedi più vicine ai propri luoghi di interesse. Così ogni anno il Commissariato di San Marco vede “girare” almeno 40 agenti, per non parlare dell’aeroporto “Marco Polo”, uno dei primi scali aerei d’Italia, dove ad ogni assegnazione di personale partono 25/30 agenti con una esperienza specifica acquisita, sostituiti da nuovi ingressi, anche in piena estate, totalmente da formare”. 

“Nelle nostre città – aggiunge Malaspina – è necessario ragionare anche della ‘questione casa’ per i nuovi agenti. Giovani che arrivano da Sicilia, Puglia,  Campania, che con difficoltà riescono a trovare sistemazioni onerosissime e spesso di scarsa qualità, a fronte di stipendi che non coprono nemmeno l’inflazione programmata, figuriamoci quella reale. Questo vale per Padova, dove i pochi nuovi agenti assegnati si trovano a dover “concorrere” con gli studenti, anch’essi in difficoltà nel trovare un posto dove dormire, e ancor di più per Venezia, dove il costo della vita è insostenibile, come denunciato dagli stessi vertici degli Uffici giudiziari lagunari, e dai sindacati del personale amministrativo, Funzione pubblica Cgil in primis, che segnalano i problemi nel coprire le vacanze di magistrati e di personale amministrativo perché pochissimi accettano di lavorare nel capoluogo regionale visti i prezzi altissimi di alloggi e trasporto. Gli stessi problemi affliggono anche la Polizia di Stato”. 

“Le assunzioni straordinarie promesse – conclude il segretario del Silp Cgil Veneto – sono un miraggio, e con una carenza di organico di 10.000 unità a livello nazionale, la Polizia di Stato avrà sempre meno operatori nei prossimi anni. Un problema che riguarda anche i carabinieri e le altre forze dell’ordine. A tutto questo aggiungiamo il contratto scaduto e gli straordinari non pagati, il tema delle pensioni e della previdenza complementare/dedicata che viene ignorato, cosicché i poliziotti già oggi mal pagati saranno i nuovi poveri in quiescenza, la questione dell’organizzazione del lavoro e del benessere psicofisico che sono completamente ignorate da chi ha responsabilità politiche e di governo. L’unica elemosina regalata ai poliziotti proprio da questo mese di luglio è un emolumento accessorio una tantum per il solo 2023, che dovrebbe compensare il mancato contratto, scaduto e per il quale il governo non ha previsto alcun finanziamento nell’ultima legge di bilancio. Parliamo di 24 euro lordi mensili per un agente. Neppure mezzo caffè al giorno. Con un’inflazione che viaggia oltre il 6% si tratta di una vergogna e di un’offesa per tutta la categoria. Quella del 12 luglio rappresenta solo la prima tappa di un lungo percorso di mobilitazione se non registreremo una inversione di tendenza concreta nella gestione delle politiche di sicurezza di questo Paese”. 

“La protesta delle poliziotte e dei poliziotti del Silp – aggiunge Silvana Fanelli, della segreteria Cgil Veneto – svela la propaganda che il Governo porta avanti su questo tema, in totale contraddizione con le scelte concrete. Non si può garantire la sicurezza dei cittadini se non si valorizzano le lavoratrici e i lavoratori che si impegnano ogni giorno per contrastare la criminalità e difendere la legalità. Salari assolutamente inadeguati, carenze di personale, condizioni di lavoro sempre più stressanti non mettono in difficoltà solo gli operatori delle forze dell’ordine, ma mettono in discussione anche i diritti di cittadinanza e sociali delle nostre comunità. Basti pensare ai problemi nel rilascio dei passaporti, dei permessi di soggiorno, alle aree urbane che meriterebbero più controlli e invece restano sguarnite e a tutto il resto. Per questo, come confederazione, sosteniamo la mobilitazione delle poliziotte e dei poliziotti del Silp e saremo al loro fianco anche nelle prossime settimane, finché l’Esecutivo non darà risposte all’altezza delle loro esigenze”. 

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