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ITALO NTV NON LICENZIA PIU’. DOPO LO SCIOPERO DEL 10, ACCORDO SUL CONTRATTO DI SOLIDARIETA’

ITALO NTV NON LICENZIA PIU’. DOPO LO SCIOPERO DEL 10, ACCORDO SUL CONTRATTO DI SOLIDARIETA’

Ditalo_treno-anteprima-600x338-880134opo la piena riuscita dello sciopero del 10 aprile che ha indotto l’azienda a proseguire in termini più costruttivi il confronto sindacale, Italo NTV ha ritirato i 246 licenziamenti per sottoscrivere un contratto di solidarietà.Lo annunciano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Tafal termine di una lunga giornata di trattativa con i vertici di Ntv, il gruppo proprietario dei treni “Italo”,  sottolineando che “rimosse le pregiudiziali sul costo del lavoro è stato possibile stipulare il Contratto di solidarietà che consente di ritirare la procedura di licenziamento collettivo, aperta da NTV il 2 aprile scorso” e che interessava nel Veneto gli operatori di stazione e le hostess presenti a Padova ed a Venezia. Il contratto di solidarietà prevede una riduzione media dell’orario di lavoro del 21% fissata per il biennio 2015-2016.

“A rendere possibile l’intesa – ha spiegato il segretario nazionale della Filt Cgil Alessandro Rocchi- è stato il fatto che non c’è l’assunzione di un vincolo di una moratoria nell’arco di due anni. Piuttosto c’ è l’impegno ad una verifica periodica”.

Nei prossimi giorni verrà fissato un calendario di incontri per la definizione relativa all’impiego del personale alla luce dell’applicazione dei contratti di solidarietà.

“Evidentemente – ha proseguito Rocchi – il successo dello sciopero del 10 aprile scorso ha comportato una riflessione da parte dell’azienda”. Secondo il dirigente sindacale “la questione è che in tutte le operazioni complesse di ristrutturazione aziendale, in cui c’è un’incidenza significativa di indebitamento, vengono richieste cose inverosimili come quelle sul costo del lavoro.

Abbiamo raggiunto – conclude- una soluzione equilibrata che ora consente di chiudere il cerchio: solidarietà, ricapitalizzazione e ristrutturazione del debito. L’auspicio ora è che si metta in moto il nuovo piano industriale per perseguire gli obiettivi di sviluppo e che il sacrificio richiesto ai lavoratori sia un investimento sul futuro”.

 

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